Il sogno di Tiziano

Il sogno di Tiziano
cedro hymalaiano
123 x 92 x 70 cm
2018

con il sogno di tizianofabiano de martin topranin affronta la sfida di tiziano contemporaneo.
non è facile, per un giovane artista consapevole, dedicarsi a questo confronto, decidersi a fare il ritratto al maestro. tiziano spaventa, l’idea stessa di ritrarlo è un’impresa che va ben ponderata. ma l’arte fa precisamente questo: affronta i nodi, espone se stessa, scava e rilancia, rinnovando contenuti ed essenze.
il sogno di tiziano è un’indagine sul volto, un denudamento, traverso una sospensione incisiva.
si tratta di un ragionamento su alcuni caratteri dell’opera, dell’umanità e della prosaicità del maestro.
questo volto è inteso e lavorato come un paesaggio.
un paesaggio tizianesco, nel senso di sintetica biografia plastica critica.
nel quale paesaggio, le forme nascono, e si combinano, a rappresentare ed aggregare alcune delle caratteristiche ed emozioni di questo longevo, inscalfibile titano, che pure fu uomo.
ecco dunque che, nell’amalgama onirica, si combinano, e vengono rilasciati, alcuni elementi specifici: c’è il tiziano pittore, naturalmente, coi suoi prodigiosi dipinti. e ci sono alcune sensazioni ed emozioni della sua infanzia: tiziano bambino dunque. e c’è l’attitudine al commercio di quest’uomo pragmatico: il commercio dei legni.
il volto è paesaggio dei dipinti, dell’infanzia, delle proprietà.
le gote divengono colline.
le forme che fanno il viso, scolpite e modellate, a cercar di dominare i pendii boscosi e le rocce. attraverso il sogno, de martin rappresenta un momento in cui l’intimità di tiziano è fuori controllo. dalla sospensione del sonno, possono affiorare il sogno, e l’incubo. gli spettri della morte, della povertà, dell’anonimato. possono affiorare i desideri incontrollati di quest’uomo, che sempre tutto ebbe sotto il proprio controllo e potere.
mentre tiziano sogna, un taglio ardito pianta la sua testa in terra. e’ dal basso pavimento d’inconscio che emergono queste essenze di tiziano, che si spargono per l’aria, insieme alla fragranza del cedro. e quissotto, sotto alla testa, c’è in effetti pieve di cadore: primo esile corpo, da cui venne grande l’idea.opera in:
brain-tooling
a cura di gianluca d’incà levisriccardo caldurapetra cason
forte di monte ricco
30 giugno – 30 ottobre 2018

 

foto di Michele Melani

foto Giacomo De Donà